Difese di alto livello e attacchi sotto le aspettative hanno caratterizzato la pre-natalizia domenica sera di New Orleans: ne è risultato un bugiardo 32-29, animato da giocate singole e classe individuale, combattuto e non scontato ma soprattuto davvero interessante, se pensiamo alle riflessioni che l’andamento del match porta con sè.
1- Patrick è sempre Patrick.
Una delle migliori prestazioni stagionali di Mahomes: conosciamo tutti molto bene la sua abilità nel muoversi in prima persona e soprattuto nel farlo al momento più opportuno, e nonostante questo ci siamo ritrovati ancora una volta ammirati ed estasiati di fronte alla varietà di soluzioni che il quarterback nato in Texas riesce a fornire. Quello che aveva di fronte era un cliente che si è dimostrato ancor più tosto di quanto pronosticato, una difesa solida e compatta che non è comunque bastata ad arginare la fantasia del lanciatore biancorosso.
2- Il valore della difesa.
Quella di New Orleans, domani, potrà tornare ad allenarsi a testa alta: se i Saints sono rimasti a galla di fronte ad un avversario con circa il doppio del possesso il merito è in gran parte loro. È vero, Hill e Kamara regalano due perle che hanno impedito ai Chiefs di scappare via nel punteggio, ma siamo certi sarebbero state grandi azioni fini a se stesse senza le grandissime prestazioni di Davis e Malcom Jankins.
3- Questi Chiefs non sono imbattibili.
La più lunga striscia di vittorie con un distacco massimo di 6 punti nella storia dell’NFL. Davvero positivo se si guarda al risultato finale, che in vista dei playoff è poi ciò che conta maggiormente. Un po’ meno tranquillizzante dal punto di vista del gioco: questa sera New Orleans ha dato l’impressione che con un qualcosa in più in attacco, probabilmente, avrebbe potuto portare a casa un match di sicuro non dominato ma colpevolmente non chiuso dai campioni in carica. I favoriti rimangono loro. Da stasera, però, gli avversari sperano un po’ di più.